La poesia degli illusi

Foto incorniciata dal testo Clown2001 Orvieto

Il Clown ha sempre ricordato alla collettività il senso del gioco della vita, e la capacità di ironizzare sui propri errori.
Questo personaggio doppio nella sua natura rappresenta con straordinaria immediatezza la diversità dei modi di fare e di sentire degli uomini “grandi”: le loro emozioni, le loro resistenze e le loro aperture nelle relazioni interpersonali che si sviluppano all’interno di un gruppo di persone, e che spesso risultano contraddittorie.
Il Clown Bianco è la parte razionale dell’uomo, quello per cui nella vita tutto deve avere una logica: gli oggetti, i vestiti, le parole, i colori, le forme, lo spazio.
Il Clown Augusto invece è la parte irrazionale che rielabora l’ordine e lo ricompone secondo un disordine delle cose, che trova nel suo essere un nuovo modo di intendere l’organizzazione della società.
L’ordine e il disordine sono i due elementi a confronto che fanno scattare il meccanismo della comicità, del senso critico, o del tempo comico.
Nel Circo riconosciamo il Clown Bianco dall’eleganza del suo vestito, di solito di colore bianco lucente, e dal cappello a forma di cono in sintonia con l’abito; suona uno strumento musicale (la tromba, il clarinetto o altri strumenti), e ha modi raffinati di muoversi nello spazio e di rivolgersi al pubblico.
Il Clown augusto invece è stravagante: veste larghe giacche colorate, spesso rattoppate, larghi pantaloni, un cappello indefinito, e ha modi sgraziati di muoversi e di relazionarsi alla platea.

Scheda tecnica di lavoro:
Verifica delle diversità, Carattere del corpo e della voce, Persona e personaggio, Clown Bianco e Clown Augusto, Forma e contenuto nella società contemporanea, Il tempo comico, Drammaturgia poetica (composizione e scrittura creativa), Giocolerie, Ricerca del costume, Il trucco.